venerdì 22 marzo 2013

Nuovi Parchi e Vecchie Merende

Non troppo tempo fa sono finalmente andata a vedere il famigerato High Line. 
Che vergogna, l'ho visto solo dopo 5 mesi che ero qua. 

Ad ogni modo, sono più che contenta di averlo finalmente visitato. Per dare una brevissima spiegazione di ciò di cui sto parlando, mi affido alla saggezza di wikipedia: 

-La High Line è un parco lineare di New York realizzato al posto di una ferrovia sopraelevata in disuso. Si estende per 1,22 km tra Gansevoort Street e la 30ª strada, ma vi è un progetto di estensione verso nord fino ad arrivare alla 34ª strada. -

Ovvero, i newyorkesi hanno creato una specie di "fuga dal traffico" ristrutturando una vecchia ferrovia e trasformandola in un rilassante giardino in cui passeggiare, osservare l'orizzonte ed ogni tanto pure fermarsi a prendere il sole su comode sdraio di legno.

Purtroppo ad ora qua il clima è ancora discretamente freddo, quindi se ci si rilassa troppo a lungo si rischia di morire ibernati, ma questo è solo un piccolo dettaglio. Senza dubbio riproverò a visitarlo in primavera inoltrata, quando il gelido inverno newyorkese finalmente se ne sarà andato e potrò godermi tutti i fantastci spazi all'aperto che questa città offre.

Già che si stava visitando l'High Line, perchè non fare un salto al Chelsea Market?

Il Chelsea Market è un mercato al coperto, proprio sotto all' High Line, ed offre negozietti e punti di ristoro di ogni tipo. Librerie, venditori di thè, negozi di biscotti e di cupcakes, insomma di tutto.

Dopo il freddo patito sull'High Line non c'è stato niente di più bello che mangiarsi un cupcake e bere un thè caldo (bollente). Ormai, dopo mesi di vita americana, il thè o il caffè di metà pomeriggio col dolcetto sono una tradizione consolidata.

E guarda la casualità, a servirmi il thè ho incontrato proprio un altro italiano. E' proprio vero che siamo un popolo di viaggiatori.


scorcio dall' High Line

in preda al vento gelido

relax

Chelsea Market

direzioni nel Chelsea Market


martedì 29 gennaio 2013

Il tacchino italiano


Ed arrivò anche il giorno del ringraziamento.

Dopo un più che sfortunato Halloween (vedi uragano Sandy) arriva il Thanksgiving Day, ovvero una delle feste più importanti per le famiglie americane.
Sostanzialmente, si tratta una festa che nasce per festeggiare il raccolto. Durante questo giorno ci si ritrova con la famiglia, ci sono parate, si cucina per una quantità infinita di ore e si mangiano un sacco di zucche..e tacchini.

Il mio insegnate di inglese, americano doc, mi raccontava che per lui il giorno del Ringraziamento è sempre stato uno dei più bei giorni dell'anno, perchè tutta la famiglia si riunisce per mangiare insieme.
Quest'anno si è perfino ri-incontrato con cugini che non vedeva da 15 anni, e che non avevano nemmeno mai conosciuto sua moglie.
Insomma, il cibo riunisce le famiglie. E le tradizioni fanno lo stesso, ovvio.

Ad ogni modo era il mio primo Ringraziamento VERO, in quanto celebrato negli Stati Uniti.
Ma bisogna pur metterci un tocco di personalizzazione, no? Ed ecco che entrano in scena quindi i miei genitori, in visita a New York per avere anche loro un vero Thanksgiving.

Il quadro quindi è questo, famiglia italiana riunita per celebrare una delle più significative feste americane.
Questo sì che significa essere multiculturali.

Ad ogni modo dopo essere andati in quel di Manhattan al mattino per vedere la famosa parata di Macy's la sera ci siamo abbuffati con un tradizionalissimo pasto: zuppa, tacchino ripieno, patate dolci e torta di zucca.
Più Thanksgiving-ese di così si muore insomma.

Non abbiamo reso grazie per tutte le cose belle che abbiamo prima di iniziare a mangiare, ma io comunque un pensiero ce l'ho fatto al proposito.
Ad ogni modo, il mio primo vero Ringraziamento (nel senso di festività) è stato italo-americano ma super tradizionale. Paradosso? Chissà.




torta di zucca e gelato alla panna in forma rivisitata




Streghe e Leoni




Nella mia lista delle cose da fare prima di morire c'era anche "vedere uno spettacolo a Broadway".
Premesso che la mia lista cambia ogni 2 mesi, quello era comunque un punto fisso.

Non che sapessi davvero cosa aspettarmi, ma se tutti parlano di Broadway ci sarà un motivo,no?
Perfino Katharine Hepburn amava quei palcoscenici alla follia (ed io ammiro lei alla follia).

Quindi, sono a New York, devo andare a vedere un musical!
Partiamo subito con uno dei più famosi in assoluto: Wicked.

Non so in quanti conoscano la storia: si tratta di una sorta di prequel del Mago di Oz, in cui le protagoniste sono le due streghe (una strega ed una fata per essere precisi).

La storia è davvero interessante, anche per chi non avesse ben presente il Mago di Oz, e lo spettacolo..beh che dire, se sono anni ed anni che va in scena ogni sera ci sarà un motivo, no?

Alla prima nota si ha già la pelle d'oca, scenografia, costumi, musiche..ci si dimentica perfino di essere nel mondo reale.
Per 3 ore sono stata incantata dallo spettacolo, da quanto tutto fosse accurato e coinvolgente.

Ovviamente non mi sono accontentata di vederne solamente uno (di musical), quindi un paio di settimane dopo sono tornata in quel di Broadway per "the Lion King", sì proprio quello della Disney.

Le canzoni sono quelle del cartone animato e pure i personaggi, ma ovviamente il musical è tutt'altra cosa.
Non voglio dare spoiler o rovinare eventualmente lo spettacolo a qualcuno che andrà in futuro, ma è geniale come hanno portato gli animali sul palcoscenico. Non letteralmente parlando, ovvio. Non ci sono veri animali che si aggirano per il teatro, ma come tutti sanno la storia parla di animali, e come rendere gli attori animali-credibili?? Dico solo questo: un mega applauso al costumista.

Ora dalla mia lista posso depennare Broadway, ma sono estremamente contenta di aver avuto questa esperienza (anzi, queste esperienze), perchè mi lascerà sempre un ricordo meraviglioso, e consiglio di cuore a tutti di provare un musical nel famoso theatre district almeno una volta nella vita.


io molto felice di vedere Wicked


lunedì 12 novembre 2012

Sandy, oh Sandy..

Finalmente un ritorno alla normalità, dopo tutto il trambusto delle scorse settimane.

Tutti a parlare di Sandy, la nuova celebrità in quel di New York.
Beh, forse Lady Gaga era già più che sufficiente, non avevamo bisogno di un'altra diva per le strade di Manhattan.

Eh già, perchè Sandy ha fatto letteralmente qualcosa che passerà alla storia, dato che è stata definita il peggiore uragano di tutti i tempi.

Per quel che mi riguarda lo shock è stato soprattutto il post-Sandy, non tanto durante.
Nel dormitorio eravamo perfettamente organizzati con materassi contro le finestre, cibo ed acqua per le emergenze, torcie ecc.. e il danno maggiore è stato qualche finestra rotta. Tutto ok quindi, non è il caso di parlare di peggiore calamità nella storia di NY giusto? No, sbagliato.

Dopo tre giorni di scompiglio nel campus, con lezioni sospese e generatori di emergenza a pieno ritmo sono andata a fare una passeggiata nei dintorni. Eravamo senza telecomunicazioni per tempo indefinito quindi perchè non fare un giro per esplorare meglio il luogo?

Beh, ecco che ho capito cosa aveva fatto davvero Sandy. Alberi enormi completamente sradicati come fossero semplici fili d'erba, tronchi spaccati a metà come se una gigantesca ascia si fosse accanita contro di loro. Un paesaggio che definirei inquietante.

Ma il peggio è stato a manhattan, perchè la città che non dorme mai è stata letteralmente messa a dormire.
La desolazione.
Strade vuote, negozi chiuse, niente luci. Solo silenzio, acqua e desolazione. Un'altra città in poche parole.

Purtroppo non solo manhattan è stata messa in ginocchio, tutta la contea è stata terribilmente flagellata dalla forza di Sandy, ed ancora oggi, a settimane di distanza, ci sono persone senza casa.

Noi siamo stati fortunati, molto fortunati. E basta spostarsi di poco per rendersi conto che forse non ci saremmo dovuti lamentare così tanto perchè siamo rimasti senza wifi 10 giorni.







martedì 23 ottobre 2012

On the Top


Non si può stare sempre e solo nel campus quando si è ad una manciata di minuti di treno da Manhattan. 
E' chiaramente un'eresia!! 

Dopo il tour del campus quindi è obbligatorio partecipare al primo "tour" della city. 
Meta: il top of the rock

Non so quanti lo conoscano, ma è assolutamente uno dei miei posti preferiti a Manhattan. Ma cosa ha di così speciale? 
Beh, avete presente quando in Titanic la tipella, tale Rose, urla in modo gabbianesco che è sulla cima del mondo? puah, chiaramente non è mai stata al Top of the Rock. 

Ad ogni modo, sulla cima del Rockefeller Center (sì, quello presente in tutti i film romantici per la pista da pattinaggio sul ghiaccio) c'è questo "observatory", ovvero una grande terrazza panoramica aperta al pubblico. Dopo essere stati catapultati in aria per 68 piani con l'ascensore, che in realtà è molto confortevole e veloce quindi nemmeno ci si rende conto della cosa, ecco che davanti a voi appare una paesaggio mozzafiato.
Letteralmente mozzafiato, non è solo un modo di dire.
La prima volta che visitai il top of the rock ero con mia sorella, qualche anno fa, e mi sembrò una delle cose più belle che io avessi mai visto. 
Un mese fa sono tornata, di sera, ed ho dovuto aggiornare la mia top list delle cose più spettacolari che io abbia visto. 

E' noto che New York sia "the city that never sleeps", e se volete capire al 100% perchè viene chiamata così allora dovete prendere quell'ascensore per 68 piani al calare del sole. 
Non voglio sembrare pazza o sdolcinata, ma giuro che mi sono venute le lacrime aglio occhi quella sera. 
Sarà stata la nostalgia, l'emozione di essere qua, non lo so, ma sarei stata lì a fissare quel panorama per ore ed ore.. 
Tutte quelle luci..da non crederci. 



La foto purtroppo non rende nemmeno un centesimo di quello che effettivamente è, lo assicuro, ma ci provo comunque..

giovedì 18 ottobre 2012

Il tour ed il cupcake

Dunque.. ora iniziamo a parlare effettivamente di cosa si fa da queste parti..

Tornando un po' indietro nel tempo, parliamo dei primi giorni qui.

Primi due giorni, panico e panico. Devo parlare inglese, pensare in inglese, capire l'inglese.
 Mi manca la mia camera, la mia casa, la mia famiglia ed il mio cane. Mi manca tutto, anche il bagno non in condivisione con delle sconosciute. E le mie amiche? oddio mi mancano le mie amiche.
 E il cibo, oddio se mi manca il cibo di mia mamma!!!

Va bene, un bel respiro e si va avanti, una cosa per volta. Piangere in camera non serve a niente, è solo peggio. Ed è anche un po' patetico, diciamocelo.

Socializzare. Bisogna socializzare. Oddio ma devo socializzare in inglese. Ce la posso fare, forza.
Tour di orientamento! Ci saranno sicuramente altre persone sperse come me.

Prendiamo il coraggio a due mani ed andiamo a questo tour.

Prima persona con cui parlo: una ragazza spagnola, Ana. Gentile, simpatica, anche lei europea ed appena uscita dall'università. Quindi proviamo a socializzare con lei, perchè no?
Parliamo il nostro latin-english e ci capiamo anche, così si inizia a fare due chiacchiere generiche.

Evvai conosco qualcuno!!! Non devo mangiare di nuovo da sola in mensa!! Perchè mangiare in mensa da soli, fa veramente schifo. Ma veramente. Schifo.

Comunque, andiamo oltre. Dopo la mia prima cena non solitaria la "scuola" ha organizzato un cupcake contest.
In poche parole: prendi un cupcake, e lo decori al meglio delle tue capacità, con tutte le cose dolci e zuccherose che ti possano capitare a tiro.
Spoiler: non ho vinto. Ma il mio cupcake era davvero carino, giuro!
E così ho partecipato alla mia prima attività da studentessa, ho socializzato e non ho mangiato da sola.

Direi bilancio positivissimo.

Ah, chi ha vinto il contest? Therese, una ragazza norvegese di cui avrò occasione di parlare sicuramente in futuro. Effettivamente, in questo momento, mentre io scrivo lei è qui da parte a me che tenta di sfuggire dall'attacco di un insetto.
Già, succede anche questo durante i nostri pomeriggi di studio intensissimo :)


ecco il mio mitico ed ipercolorato cupcake!!!



Eccoci qua..

okei..quindi.. un blog! 
wow che originale, un blog sulla vita di un'italiana a ny.. mmm a chi interessa?? 
chi lo sa, ma ieri stavo parlando col mio prof di inglese e lui mi dice "mi piace come scrivi, sono sicuro che molta gente apprezzerebbe le tue idee". 

Quindi, eccomi qua. 
Scrivere in italiano è molto più semplice in effetti, ma se a lui è piaciuto il mio saggio in inglese, chissà che a qualcuno possa piacere quello che scrivo in italiano!

Ah giusto, devo fare un passo indietro. 
Chi sono? Perchè sono qua? Perchè ho un insegnante di inglese?

Okei, farò un brevissimo riassunto della mia storia, che non è effettivamente così interessante..

Ho 23 anni, sono italiana (ovvio), e sogno gli Stati Uniti da quando ho iniziato a giocare con l'atlante a 7 anni. Sì, giocavo con l'atlante a 7 anni, ero una bambina particolare. Comunque, sono andata a scuola blablabla ho fatto l'università, Politecnico di Milano, ho fatto un corso di specializzazione dopo la triennale e poi mi sono ritrovata a pensare "e adesso???"

Dopo mesi di panico e pensieri drammatici di ogni genere ho preso la decisione credo più folle della mia vita: andare a New York. 
Pfff sai che novità.. beh per me è stato un passo GIGANTE, forse la più folle decisione della mi vita, forse la più saggia. Staremo a vedere.  

Ma, come arrivare a ny e magari trovare pure un lavoro?? eheh vi risparmio i mesi di ricerca disperata, fatto sta che mi sono iscritta ad un corso che oltre ad insegnarmi l'inglese mi permettesse di fare un volontariato di 3 mesi. Non posso fare ulteriore pubblicità, in ogni caso, accelerando la sequenza degli eventi, a metà settembre prendo un aereo e vengo qua, da sola, in un campus internazionale. 

Il prequel è quindi questo, sostanzialmente.
 
Una piccola presentazione era doverosa. Ora, dopo questo primo e noioso post, posso iniziare a parlare di tutte le cose, più o meno folli, che sto vivendo da un mese a questa parte. 
Perchè, ebbene sì, oggi è il mio primo COMPLIMESE!!
Tanti auguri a me!! 

..e speriamo che questa cosa funzioni  ;)